"Il Venezuela potrebbe non essere pronto per avviarsi verso la costruzione di una societa' socialista". Ha dichiarato il proto-dittatore Hugo Chavez, modello per il terzo millennio di aberrazioni socialcomuniste.
Nel suo intervento pubblico successivo alla sconfitta subita dal suo progetto di riforma costituzionale nel referendum di domenica scorsa sembra rammaricato.
In realtà, ora che il coraggio della popolazione venezuelana è venuto allo scoperto, per le ragioni che leggete sotto
http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/2007/12/chavez-sfascia-
ii-mobili-dellufficio.html
si apre la resa dei conti in Venezuela, perché Chavez sta lì per fare la rivoluzione socialista non altro. C'è da sperare (illudersi) che la comunità internazionale segua con attenzione quanto avverrà nei prossimi tempi, per eventualmente intervenire, senza, come al solito, lasciare gli U.S.A. soli a prendere posizione.
Questo il passo avanti.
I due passi indietro .
Il Presidente francese Sarkozy, dopo aver aperto al protezionismo economico e ai fondi sovrani alla "cinese", si "congratula" con Putin: siamo ancora tutti sicuri sulla sincerità del suo liberalismo?
Roark ha i suoi dubbi.
D'accordo, l'eredità della qualità di relazioni internazionali lasciata da Chirac è pesante, d'accordo Sarkozy appare meno grottesco di Chirac ma ugualmente inopportuno per questa sua ansia di uscire dall'isolamento e la Francia sembra continuare nella sua politica estera caratterizzata da un utilitarismo privo di alcuna visione etica se sufficiente a garantire gli interessi del proprio orticello.
Il secondo di passo indietro è quello che fa più rumore.
Le elezioni in Russia non sono solo la dimostrazione di una democrazia incompiuta, sono molto di più.
Se infatti la comunità internazionale ha tollerato fino ad oggi l'autoritarismo di Putin, giustificandolo con la necessità di riforme drastiche per rimettere in piedi un economia piagata da 70 di disastri comunisti, è oggi sufficientemente chiaro come lo zarino punti a giocarsi i successi economici (ottenuti grazie ai prestiti americani, bisogna ricordarlo) per spendere in chiave antioccidentale una volontà di potenza ancora più pericolosa di quella sovietica, perché scevra, anche qui, da qualsiasi indirizzo etico (per quanto sbagliato) e perciò imprevedibile.
Tanto protezionismo, nessuna etica, esaltazione della forza.
Vi ricorda qualcosa?
martedì 4 dicembre 2007
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2 commenti:
Nietzsche?
Benvenuto in TocqueVille!
JA
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