mercoledì 9 aprile 2008
Fucilati
C'è un film "Lock & Stock" ("Pazzi Scatenati") che ben si addice a questo ultimo scorcio di campagna elettorale.
E' un film salito all'attenzione della critica europea e americana, un po' come le montagne dei rifiuti campani.
Un film di quel trash intelligente che piace tanto ai tarantinati.
Anche Roark è un po' tarantinato.
Un film alla Trainspotting, Lock & Stock, un film del regista di Snatch, Guy Ritchie.
Ci sono giocatori d'azzardo e malavitosi, ma le cose tra di loro non vanno benissimo ed entrano in campo i fucili.
Altro che Bossi o Lombardo, in Italia dei fucili quelli veri e dei giocatori d'azzardo e dei malavitosi veri, quelli che quando non vanno più d'accordo volano le pallottole, Roark si ricorda benissimo e il 50% degli italiani ne ricordano il colore rosso del sol dell'avvenire per aver ascoltato negli anni, nei decenni la memoria di parenti e amici e questa gente si ricorda ancora benissimo delle centinaia di migliaia di mitra e fucili che i compagni dovettero loro malgrado deporre su ordine non di Togliatti, bensì di Stalin (il famoso "contrordine compagni") all'alba di questa democrazia patogena che loro volevano dittatura e che accettarono obtorto collo che fosse almeno una Repubblica dopolavorista ("La Repubblica italiana è fondata sul lavoro").
Il Prof. Sabbatucci ordinario di Storia Contemporanea oggi dice "Proporsi di rivedere questo o quell'aspetto della storia nazionale e' cosa del tutto legittima ed ognuno puo' farlo per conto proprio o farlo fare. Legare pero' tutto questo al successo elettorale di una parte politica fa pensare a qualcosa di vagamente inquietante, perche' sembra che debba essere la maggioranza parlamentare oppure il governo a riscrivere la storia", e dice ciò il Prof. a proposito delle dichiarazioni del Senatore Marcello Dell'Utri sull'opportunità di rivedere i libri di testo.
Il Prof. però è tranquillo e aggiunge "Comunque cosi' non sara' perche' cosi' non deve essere: in Italia -ha ricordato Sabbatucci- non esistono infatti le commissioni che giudicano i libri di testo".
Roark si mette a ridere.
Come quando vede Bertinotti affannarsi a difendere quel che resta di quel mondo.
Roark ride.
Roark legge la lettera di Veltroni a Berlusconi dove chiede fedeltà alla Repubblica e si mette ancora a ridere.
Poi gli appelli e le polemiche attorno a questo Papa del Comunismo riformato che è il nostro Presidente della Repubblica e ride ancora e ancora.
Quando quel mondo chiede di voltare pagina al paese chiedendogli di continuare a votarlo dopo averlo ridotto a quella che purtroppo oggi è la nostra immagine internazionale in trenta-quaranta anni di sciagurata combutta con la sinistra democristiana Roark si sbellica isterico dalle risate e pensa che questa gente è nella migliore delle ipotesi solo una conventicola di pazzi scatenati.
Ma Roark ride davvero ragazzi!
Perché la bella notizia è che per la prima volta sono tutti da un'altra parte, più o meno insieme, davanti al giudizio degli italiani. E chi starà con il Popolo della Libertà potrà dirsi legittimamente estranea alla responsabilità dello sfascio delle nostre istituzioni, della nostra economia, delle nostre tradizioni.
Per questa gente, pur se la sconfitta politica potrebbe non essere travolgente, quella culturale lo è gia.
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