venerdì 11 aprile 2008

Second Chance


Non capita spesso, soprattutto nella vita politica, di avere due occasioni.

Il lieberalconservatorismo italiano ha una seconda opportunità per cambiare radicalmente il nostro paese in senso reaganiano e tatcheriano.

E' questa l'unica possibilità, con buona pace di tanti, di allontanare quella puzza sulfurea che cominciano a diffondere istituzioni delegittimate, tessuti economici deteriorati e i tentativi che si agitano nella nostra società di disarticolare i principi etici che ne costituiscono le fondamenta.

Quando nel '94 cominciò quest'avventura le parole d'ordine erano quelle che negli '80 furono proprie della stagione del reaganismo, allora molti come Roark erano solo ragazzi (i ragazzi del '94), ragazzi che avevano finalmente trovato davanti a se un percorso politico ed etico - perché la battaglia per fare avanzare la libertà e il diritto a poter scegliere, nel nostro paese, è un percorso etico - ragazzi che avevano intravisto il raggiungimento della normalità occidentale in Italia, un paese che scrollatosi di dosso il carrozzone statale e parastatale che ne soffoca la crescita morale prima che economica, giungeva a realizzare il disegno repubblicano che fu prima della resistenza, quello dei nostri padri fondatori, in primis i mazziniani.
Un disegno quello dei primi repubblicani che guardava alla auctoritas della Repubblica (quella romana) fondata sul merito, sulla giustizia e sul perseguimento del benessere (non sull'aggressione militare come libri scolastici condizionati da un anti-fascismo di maniera ancora insegnano).

La missione del PDL è quella di rinnovare questa possibilità, di restituire una prospettiva storica, una dignità al nostro essere cittadini di questa repubblica.

Quando nella storia si è arrivati a punti di svolta simili non sono mai state rose e fiori. Il raggiungimento di tali traguardi è da sempre costato caro. La Tathcher si ritrovò per mesi i miniatori nel centro di una Londra sotto assedio. A Reagan toccò il destino mediatico che oggi osserviamo in capo a G.W. Bush. La classe dirigente del PDL sappia che se veramente questa volta non si vuole ancora sprecare il Match Point stessa sorte le toccherà.
Ma per l'amor di Dio e di noi stessi, questo le viene chiesto.

Le dichiarazioni di Berlusconi sulla vendita del patrimonio immobiliare statale, sulla cancellazione delle provincie, sul taglio di spesa pubblica nella misura di 2% annui di PIL vanno nel senso giusto. Se così avverrà, sarà possibile sul serio raggiungere un livello di tassazione giusto, quell'aliquota massima al 33% che accanto al quoziente familiare può davvero rappresentare una nuova alba dei rapporti tra Stato e cittadini.

Ci sono delle differenze sostanziali rispetto alla precedente esperienza di governo.
In primis l'esperienza appunto, poi la maturazione sul web e la carta stampata di un movimento d'opinione, giornalistico ed intellettuale, autenticamente liberalconservatore, che questa volta incalzerà il PDL al rispetto di tutti gli impegni con gli elettori.

Quei ragazzi di ieri oggi sono uomini e donne consapevoli della delicatezza della situazione in cui il nostro paese è stato messo da decenni di amministrazione di "buoni a nulla capaci di tutto", consapevoli tali uomini e tali donne che bisogna ingiungere alla propria classe dirigente l'obbligo di completare l'opera senza se e senza ma, senza riforme che entrino in vigore dopo 15 anni, pannetti caldi e buone leggine che nel marasma in cui versano le istituzioni repubblicane finiscono per diventare semplicemente una legge in più.

La classe dirigente del PDL dovrà essere pungolata, dovrà essere costretta a non farsi scappare ancora l'appuntamento con la storia.

Roark è con loro.

1 commento:

Melmo Staff ha detto...

Speriamo bene...

Marco.