venerdì 30 novembre 2007

Un, due, tre fante, cavallo e re


L'idea di fare un blog la covavo da tempo.
Voglio dire di blog d'ispirazione liberale per fortuna non me mancano. Poi c'è tocque-ville! Insomma tutto il mondo dei bloggers liberali ha sempre fatto la sua parte. Fino a ieri mi era bastato portare il mio contributo alla causa della libertà con i miei articoli, i miei pezzi, in campi - quello delle letterature e dell'estetica popolare in genere - che vedono ancora oggi un predominio strutturale, anche se oramai vuoto, del pensiero unico marxista, oggi para-marxista, ovvero del collettivismo in ritirata.
Il quadro politico degli ultimi anni, pur se deprimente (e parlo dell'arco temporale che parte dalle mai troppo compiante elezioni del '94 - Scalfaro prima o poi dovrà risponderne!) mi convinceva ad avere fiducia e che con il tempo sarebbero nate due formazioni "americane": sembrava andasse proprio così con le elezioni del 2006. Lì nasce il PD. La nostra (vabbé ok avevamo perso - ? -), la coalizione liberal-conservatrice (e populista, niente vergogna) ne era uscita con il vago definirsi di anime che facevano sognare un GOP all'italiana (anima religiosa - UDC, anima liberista e teo-neocon FI, anima tradizionalista - AN, il libertarismo dei Riformatori Liberali), insomma si era sulla strada giusta, infine: pof! Il pof della dichiarazione del "predellino". Si rimischiano le carte.
Il fatto è che le carte si rimischiano per i motivi che tutti ben conosciamo e che poi sono la base culturale dell'inazione nel nostro paese: scontri tra burocrazie. Nulla di più.
Perché di questo si tratta quando parliamo del fallimento del fusionismo all'italiana.

Con la rottura della CDL, i libertari e liberisti (la mia fazione) si trovano nel paradosso di dover sperare che passi il referendum elettorale, Berlusconi (il re) costruisca un altro "suo" partito, quello sì almeno liberale, ben sapendo che al suo tramonto, essi non avranno più patria.

D'altro canto se la meglio la avessero Fini (il cavallo) e Casini (il fante), la speranza per un successo delle idee liberali, magari breve ma almeno intenso (sognando ad esempio una stagione come quella che portò Einaudi al Tesoro) non avrà lo spazio neanche di un lampo, tanto il terreno politico in cui si muovono i due è mosso da logiche neo-corporative.
Quindi?

Siamo destinati tutti quanti nessuno escluso, a morire neodemocristiani (con o senza Casini, Pezzotta e compagnia cantante)?

Questa è la battaglia di tocque-ville e diverrà anche la mia da oggi.

Bè, confesso che un certo fascino sul sottoscritto il donchisciottismo e Miguel de Cervantes
lo hanno sempre esercitato, insomma...è questo il momento di essere della partita.
Quindi ecco il mio Blog; molto è ancora da definire sui contenuti, l'archivio degli articoli è in costruzione; link e immagini sono ancora da implementare. Ma farò presto.

Nel frattempo, mentre il mazzo viene di nuovo mischiato, noi blogger libeali, secondo me, oltre che continuare a fare la nostra parte, dobbiamo fare, abbiamo il dovere di fare, molto di più: provare a truccare le carte.