mercoledì 1 dicembre 2010
Quando saltano gli schemi
Quando saltano gli schemi http://htxt.it/wFc4
pubblicato su lapiazzaditalia.it il 1/12/2010
Julian Assange, controverso personaggio, australiano vecchia conoscenza delle autorità di Canberra che lo avevano incastrato per hackeraggio contro l’Università di Melbourne, svedese di adozione, uno dei famigerati “International Subversives”, gruppo di hacker ricercato per mezzo mondo, ovvero un delinquente informatico, è riuscito, attraverso al sua creatura wikileaks.org a dare scacco matto alla diplomazia di quella che una volta era considerata l’unica superpotenza rimasta nel pianeta.
Wikileaks.org avrebbe come sua mission quella di provocare una reale democrazia mediatica nel mondo svelando la verità sulla violazione dei diritti umani nel mondo, di fatto da che ha cominciato ad operare si è mossa univocamente in chiave anti-americana raccogliendo le spiate di reduci militari dalle azioni di peacekeeping provanti nel morale e nella fede civile e concentrandosi quindi sulla pubblicazione di segreti militari americani in Iraq e in Afghanistan, con annessi scandali come quando fu pubblicato il video dello sterminio da parte dei Marine di una troupe di giornalisti iracheni scambiati dalle telecamere militari per fazioni ostili in azione.
Attualmente Assange manda dispacci da una località imprecisata, la magistratura svedese ha spiccato un mandato di cattura per molestie e stupro (che Assange ha rispedito al mittente), l’Interpol ha istituito un mandato di arresto internazionale, anche la UE, in forza del trattato di Schengen, ha diramato una mandato di arresto internazionale.
Ma cos’ha combinato Assange?Grazie alla complicità di un non precisato funzionario della diplomazia statunitense ora è entrato in possesso delle password per il database informatico di tutta la diplomazia statunitense servizi segreti compresi e quindi – da par suo – ha craccato ovvero è riuscito ad agire sulle protezioni del programma che reggeva il database della diplomazia statunitense scaricandosi oltre due milioni e mezzo di file con informazioni riservate con l'obiettivo di metterle a disposizione del web (http://cablegate.wikileaks.org/) non prima di una azzeccatissima campagna promozionale mediatica.
La cable connection così come è stata denominata è il culmine di un lavoro – quello di Julian Assange – allorché grazie a wikileaks, di cui Assange si definisce l’editor in chief, con la pubblicazione di questi giorni anticipata da un furbo tam tam mediatico, si ottiene un obiettivo bern preciso: da domani gli ambasciatori americani di mezzo mondo e i loro funzionari plenipotenziari saranno guardati in cagnesco un po' da tutti.
Insomma ce n’è per tutti i gusti per mandare su tutte le furie non solo gli USA e per sparigliare le carte di un gioco geopolitico che dimostra essere tornato ai tempi del concerto delle nazioni, ad un tutti contro tutti sotterraneo giocato sulle spalle sopratutto di un Europa orfana di processi politici capaci di fare da contraltare alla crescente influenza politico-economica dell'est russo, cinese, indiano e del far est delle tigri asiatiche.
E già perché il contenuto di questa ultima attesissima tornata di file riservati, bisogna dirlo, delude le aspettative sotto il profilo della sostanza dei segreti smascherati ma mette alla berlina un po' tutti i leader europei nel momento in cui il debito sovrano della UE è sotto un pericolosissimo attacco speculativo che dimostra di non mirare più solo a Irlanda, Grecia o Portogallo ma mira direttamente a Spagna ed Italia con l'obiettivo evidente di riequilibrare manu militari (finanziariamente parlando s'intende) il rapporto euro/dollaro troppo sfavorevole per quest'ultimo con grave danno per il bilancio della FED sull'orlo del baratro del fallimento.
La CIA? Forse, gli 007, probabile. Nei dispacci diplomatici americani però, la Merkel è un leader senza creatività, Ahmadinejad è il nuovo Hitler, Chavez un pazzo, Gheddafi uno scostante eccentrico paranoico, Sarkozy un permaloso Ré nudo e Berlusconi…bè il giudizio su Berlusconi è quello di un leader vanitoso, dedito a festini selvaggi e portavoce di Putin, poi Putin, già Putin, un macho autoritario.
Pensare che la diplomazia statunitense possa essere ridotta ad una capacità di analisi della geopolitica del pianeta di tal fatta potrebbe spiegare purtroppo tante cose sui rovesci nella politica internazionale di cui gli Stati Uniti d’America si sono resi protagonisti, pensiamo all’appeasement in Sudamerica con il Venezuela di Chavez (un “pazzo” sì, da cui però il Presidente Obama in un incontro panamericano non ha lesinato la cortesia di ricevere in dono la bibbia del marxismo leninista sudamericano) o il maldestro tentativo di engagement diplomatico con la Repubblica degli Ayatollah.
Con buona pace delle speculazioni buone per la nostra povera politica interna o meglio per la nostra politica interna povera, una parte considerevole dei file e dei report pubblicati da wikileaks è piuttosto destinata alla crisi iraniana sul dossier nucleare. Le autorità israeliane nella disputa con l'alleato americano sui provvedimenti da prendere ne escono un po' come fratello il coscienzioso e avveduto di famiglia che cerca di far rendere conto che il corteggiamento - leggi la strategia dell'abbraccio diplomatico - al più riuscirà a dar tempo alla dama sdegnosa - ad Ahmadinejad - per completare il suo disegno ostile – il programma di armamento nucleare: Barak, già nel febbraio di quest'anno ammonisce gli USA, che la capacità tecnologica di sfruttare il nucleare a fini bellici sarà a disposizione di Teheran già tra il dicembre 2010 e il Gennaio 2011: una prospettiva che lo Stato israeliano non può accettare lasciando tutte le opzioni aperte sul tavolo, ivi compresa quella di un attacco aereo.
Assange ha reso un servizio alla democrazia mondiale? Con i file di wikileaks è nato un nuovo giornalismo? E' libertà di stampa? Giacché come noto la diplomazia è l'arte del non detto Assange ha solamente operato del killeraggio diplomatico su commissione (di qualcuno o più di uno), la democrazia qui non c'entra nulla e neanche la libertà di stampa.
Fa tristezza vedere tanti sperticati democratici ingrassare dell'ennesimo schiaffo al Governo italiano, quando il risultato di tutto questo è stato in un giorno solo quello di un aumento del 200% dello spread tra i titoli del tesoro italiano e quelli tedeschi con un asta per la prima volta andata non del tutto coperta che promette in caso di una crisi di Governo (oggi più che mai probabile) un debito pubblico italiano fuori controllo: cominciò così anche per la Grecia e l'Irlanda.
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