lunedì 2 febbraio 2009

Obama in salsa "ma anche"


Ok, la metafora della mano tesa contro il pugno chiuso dell'Islam era davvero bella.
Però da quando Obama è diventato Presidente riproponendo momento dopo momento la sua intenzione di concentrarsi sulla guerra in Afghanistan non c'è giorno che su quel teatro non arrivino segnali. E non sono di distensione.
Ieri nella provincia di Uruzgan, un kamikaze si è fatto esplodere contro una stazione di polizia uccidendo 25 agenti afghani e mietendo feriti su feriti, era vestito in uniforme da poliziotto e ha lanciato la sua auto-bomba umana contro il centro di addestramento di Tirin Kot. Diciamocelo pure, questo pugno non pare aprirsi.
Obama fa l'anima pia su Guantanamo ma sempre ieri si è venuti a sapere, che non rinuncerà ai rapimenti preventivi tanto cari all'amministrazione di G.W. Bush. Come dire...prendo gli applausi dove posso...e mi preparo a parare gli schiaffi...i prigionieri di guerra non li confino a Guantanamo, li semino in giro per il mondo nelle carceri dei paesi alleati e Roark vuole dirvi una cosa: non è da essere certi che Guantanamo fosse peggio del carcere duro magari in Egitto.
Questo primo Obama alle prese con la Guerra al Terrorismo ricorda proprio qualcosa di nostrano, ricorda un po' lo stile "ma anche" dell'amico Veltroni.
Qualche giorno fa il New York Times (non il "Post") titolava che la guerra in Iraq sembra veramente volgere al termine giacché gli americani in loco si stanno ritirando nelle basi e gli uomini della repubblica irachena si stanno assumendo responsabilità crescenti.
Una democrazia in Medio Oriente? E se accadesse su serio? Bè se accadesse sul serio ragazzi pare possibile che sia necessario prepararsi a sentire Obama dire qualcosa sul fatto che la guerra in Iraq era sbagliata...sì, "MA ANCHE" giusta.
Sarà un giorno davvero speciale.


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