venerdì 30 maggio 2008

Prepararsi al disastro


Sul sito del Cato Institute, Anna Schwartz, co-autore con Milton Friedman di A Monetary History of the United States, 1867-1963 che valse il Nobel al grande economista, ci spiega cosa aspettarsi dalle politiche monetarie della FED di Bernanke.
La summa di tali aspettative è stata riportata da Roark nel suo post, esse possono rappresentarsi ne più ne meno come l'overture ad una bancarotta.

D'altronde la politica monetaria di ingerenza del nuovo Governatore della Banca centrale Americana, la sua continua entrata a gambe tese nel mercato borsistico e finanziario internazionale, fino a spingersi ad un improbabile ed indiretto salvataggio di banche d'investimento - come accadde mesi fa con la Bear Sterns - difficilmente può essere considerata innovativa e dagli effetti positivi, visto che il mercato del credito bancario statunitense e non, sembra lontano dal volersi acquetare.

Il nuovo Governatore è al lavoro da due anni e se così fosse non dovrebberoo esserci incertezze e la scarsa fiducia che si osserva invece nei mercati. Non dovrebbe esservi infine la necessità di salvare Società che non dovrebbero essere salvate: questa è una cosa che può capitare in Europa o in Italia, ma non negli USA; si tratta pur sempre di Società insolventi e non dovrebbero raggiungere l'attenzione della FED.

Questa attitudune ad ergersi a "cavaliere bianco" della FED crea problemi di ordine etico e distorce l'assetto dei mercati finanziari impedendo al sistema di fare pulizia e di promuovere le Società più virtuose.

Se puoi acquisire ogni tipo di assets, finiscono per non esserci più criteri universalmente riconosciuti per giudicare quali sono veri assets e quali no. Quali produrranno ragionevomente un ritorno economico favorevole agli investitori e quali no.
La Fed così comportandosi manda ai mercati un messaggio secondo il quale gli assets che la Fed compra sono tutti sufficientemente buoni per entrare nel proprio portafoglio e libera dall'errore investitori che hanno fatto scelte sbagliate credendo in management nella migliore delle ipotesi incapaci.

In questo modo non ci sono penalità per scelte sbagliate.

Questa non è la strada per un mercato del credito migliore, per un'economia in salute; questa è la strada per un'economia che può facilemente essere trascinata verso il disastro.

1 commento:

Lo PseudoSauro ha detto...

Su questo sono sempre stato d'accordo con i liberisti. Ma come non notare che la FED e' privata? Basta andare a leggere chi ne sono gli azionisti. E poi ha sempre storicamente salvato le chiappe agli speculatori. Sara' forse che c'e' qualche conflitto d'interessi? Nei fatti la tanto sbandierata deregulation e' servita a consolidare un monopolio di cinque istituti finanziari, che a loro volta si riferiscono a due soggetti privati: Rotschild e Rockefeller. E questi fanno il bello e cattivo tempo: fanno eleggere (o eliminare) i presidenti USA, e condizionano la politica di mezzo mondo, vuoi attraverso le organizzazioni transanazionali, vuoi attraverso lo stesso governo USA. All'atto pratico, il perseguire "meno Stato, piu' Mercato", significa consolidare questo monopolio, non invertire una tendenza che e' ormai piu' che secolare.