martedì 30 settembre 2008

Massimo Gaggi e gli economisti di Chicago


L'articolo con il quale Massimo Gaggi descrive sulla edizione mattutina del Corriere della Sera l'intervento degli economisti di Chicago sul perché fosse necessario dire NO al 'Bailout' del Segretario del Tesoro Paulson, è uno dei pezzi giornalistici più faziosi che sia dato ricordare nel giornalismo che conta.
Gli economisti di Chicago sarebbero stati la sponda ideologica per il disastro che è seguito alla bocciatura del piano Paulson, causando i risultati della seduta di ieri che hanno visto cedere Wall Street il 7% SP (perdendo 777,68 punti, record negativo nella storia) e l'8,8% ND, il tutto dopo mesi di altalena (più bassi che alti) e con avvisaglie che la crisi stia arrivando alla fase ultimativa: quella del passggio dalle banche d'affari alle carte di credito.
Loro i liberisti brutti e cattivi hanno osato sostenere che il fatto che lo Stato nazionalizzasse una parte della propria economia grande più o meno quanto il PIL dei Paesi Bassi, non potesse essere ridotto ad in intervento passeggero: seguendo la ricetta Paulson l'economia americana avrebbe intrapreso la china delle economie miste europee.
Logico che una prospettiva del genere interessi a tanti editorialisti più o meno economisti come Gaggi, ma purtroppo per lui - anche se il pericolo non è svanito - gli USA sono una repubblica vera e la festa è rimandata sine die (giovedì nuova sedura alla Camera...anche se Roark spera sia per sempre).
Cosa avevano proposto gli economisti di Chicago al posto della follia socialista di Paulson?
Bene poiché è evidente che il problema finanziario degli USA è il corollario di una gestione dissennata della leva finanziaria, la cui conseguenza più grave, a parità di valore degli investimenti ed economici, è rappresentata dalla pressoché annichilita fiducia interbancaria (nessuna banca presta più un $ ad altra banca), il sistema è andato in collasso di liquidità. Ma la liquidità iniettata dissennatamente in questi mesi dalle Banche centrali di tutto il mondo e che gente come Paulson, Bernanke & Company vuole continuare ad iniettare, non è andata a ristabilire un clima di fiducia, No: è andata ad ingrassare la pancia della bestia (leggi l'inflazione).
Così ora anche l'economia reale viene falcidiata dall'inflazione, quando quella finanziaria è totalmente ingessata. E naturalmente tutto questo che ne dite: può che migliorare il clima di fiducia? NO.
Gli economisti di Chicago hanno detto questo: se tirate fuori quei soldi dalle tasche dei contribuenti, l'economia reale andrà inesorabilmente in recessione ora che è già provata dalla crescita dell'inflazione e dalla stretta sul credito, il risultato sarà un disastro, da cui il paese a stelle e strisce si sveglierà socialista.
Se invece quei soldi le banche e il paese li chiedono al mercato, ai cittadini, vendendo in cambio azioni magari sotto garanzia del Tesoro, si immetterà ugualmente liquidità ma questa venendo dal basso e non da una decisione presa a Washington, verrà letta dai mercati finanziari come un gesto di fiducia del paese profondo nei confronti della sua economia, ancora la più forte del pianeta, l'effetto non potrà che essere quello di restituire nel medio termine la fiducia necessaria per ricostruire.
Inutile dire che Massimo Gaggi non è convinto. Ma questa è solo una garanzia in più sulla bontà del piano.

giovedì 18 settembre 2008

Anyone may arrange his affairs so that his taxes shall be as low as possible


Judge Learned Hand (1872-1961), U. S. Court of Appeals

in the case of Gregory v. Helvering 69 F.2d 809, 810 (2d Cir. 1934), aff'd, 293 U.S. 465, 55 S.Ct. 266, 79 L.Ed. 596 (1935)


"Anyone may arrange his affairs so that his taxes shall be as low as possible; he is not bound to choose that pattern which best pays thetreasury. There is not even a patriotic duty to increase one's taxes.Over and over again the Courts have said that there is nothing sinisterin so arranging affairs as to keep taxes as low as possible. Everyonedoes it, rich and poor alike and all do right, for nobody owes anypublic duty to pay more than the law demands."

mercoledì 17 settembre 2008

La vasta cospirazione di inadatti


Possiamo dirci ciò che vogliamo su quanto accaduto stamane in USA, ma la nazionalizzazione di AIG non è solamente l'ennesimo take over da parte della FED di un impresa privata alla bancarotta, è molto di più.

Come scrive il New York Times stiamo assistendo alla nazionalizzazione più importante della Storia degli Stati Uniti d'America ed è difficile per Roark essere dalla parte di chi sostiene sia un male minore sulla strada della riforma: quale riforma? Continuando di questo passo il senso della riforma che gli USA si daranno rischia di assomigliare maledettamente a quello del Venezuela di Chavez!

Inoltre perché le major del mercato finanziario americano dovrebbero essere interessate alla realizzazione di una riforma condivisa se sanno in partenza che raggiungendo una massa critica preoccupante per la FED (come nel caso di Fanni Mae eFreddy Mac o di AIG e Bear Stearns) poi tanto arriva il Settimo Cavalleggeri e mette tutto a posto?

La decisione di Governo e FED va ancora una volta nel senso sbagliato perché non contribuisce a riportare la fiducia nel mercato interbancario scosso dalle conseguenze del Credit Crunch dell'agosto di un anno fa, anzi così facendo mina ancor di più la fiducia degli istituti l'uno verso l'altro giacché nessuno può più essere sicuro dei conti dell'altro al punto da fargli credito.

La saga dei fallimenti fosse già iniziata con Bear Stearns oggi non ci troveremmo con l'invasione della crisi finanziaria nel campo assicurativo e - come si vocifera - a breve nel campo delle carte di credito. La normativa fallimentare avrebbe rimesso in campo i mezzi di produzione al valore di mercato e sarebbero stati penalizzati gli investitori non avveduti.

Quando saremo giunti lì, quando la crisi finanziaria si sarà divorata i consumi già messi a dura prova dall'inflazione, il buon Bernanke finalmente avrà raggiunto l'obiettivo e avremo la nostra Big Depression.

C'è da chiedersi se no si sia al cospetto di una vasta cospirazione di inadatti.

lunedì 15 settembre 2008

Mourning David Foster Wallace


Scompare suicida in Claremont, California, David Foster Wallace, 46 anni, uno dei talenti più luminosi che negli ultimi venti anni la letteratura contemporanea abbia espresso.
Messosi in luce sul finire del revival letterario degli anni ’90 che accompagnò l’era clintoniana, Wallace era nato ad Ithaca, Stato di New York, nel 1962 e vissuto ad Urbana, Illinois. Figlio di un allievo di Irvin Malcom, biografo di L. Wittgenstein, cominciò a scrivere il suo primo romanzo e i racconti che composero poi la raccolta “La ragazza dai capelli strani”, mentre era sulle orme del padre e studiava filosofia. (Continua su l'Occidentale.it) http://www.loccidentale.it/articolo/ricci.0057833

giovedì 11 settembre 2008

9/11 Tribute


Per noi europei la retorica è qual cosa di cui vergognarsi.
La retorica ti obbliga ad esplicitare valori, a credere.
E' difficile per noi giustificarla intellettualmente.
Anche se serve a definire i contorni di un simbolo.
Democrazia, libertà sono valori dati, acquisiti, che bisogno c'è di ricordarlo?
Le due altissime torri in fiamme stanno lì per questo.

Divertimento bipartisan

'The Man' e i suoi dubbi religiosi

martedì 2 settembre 2008

Altro che P2, democrazia diretta


"Non ci vuole Mandrake -spiega Di Pietro- per sapere cosa c'e' da fare in materia di giustizia. Ci vogliono piu' soldi per la sicurezza, per le forze di polizia e per le forze dell'ordine, ci vuole un insieme di provvedimenti ordinari per fare in modo che ci sia piu' personale, per fare in modo che si accorcino i tempi per fare giustizia, che si riducano i gradi di giudizio, insomma c'e' da fare tutto meno che quello che vogliono fare". Roma, 2 set. Adnkronos


Ogni volta che ascolta o legge qualcosa di Di Pietro, a Roark vengono i brividi.

Ancora una volta il pretoriano del giustizialismo aprioristico da del piduista a chi cerca di rendere chiaro nell'ordinamento il principio costituzionale del giusto processo, a questo serve la separazione delle carriere: non si può passare da avvocato della accusa a organo giudicante come se si trattasse semplicemente di una diversa mansione.

Per Roark bisognerebbe fare di più ma questo è già un passo avanti.

Roark è con la Lega: democrazia diretta, l'elezione dei Pubblici Ministeri.

Di Pietro, che c'azzecc la P2?