venerdì 23 ottobre 2009

Se salta il coperchio al pentolone del Ministrone


"Sui conti pubblici linea del rigore", peccato che a dire ciò sia il Ministro dell'Economia che dopo gli anni '80 ne ha osservato il maggiore deterioramento in un lasso temporale tutto sommato ristretto. Roba da inflazione in doppia cifra! D'accordo la Crisi ma il Ministrone è riuscito con la sua ricetta del parlare socialista e di incensare il nostro sistema economico-assistenziale nell'invidiabile risultato di aver ereditato un debito pubblico al 106% ed in meno di due anni di averlo portato oltre il 115%, viaggiando dritto dritto verso il 120%.
Per onestà intellettuale, bisognerebbe ricordare come nel 1992 il debito pubblico italiano era al 137,50% e che con enormi sforzi al prezzo di una crescita asfittica che ci ha fatto perdere importanti punti in competitività eravamo riusciti a portarlo quasi sotto la soglia del 100%, un risultato storico.
Ebbene con le ricette tremontiane che piacciono tanto alla Lega (che in fatto di finanza del resto vanta successoni imprenditoriali nel sistema bancario di cui ancora si parla) siamo riusciti in neanche due anni a mangiarci i risultati di quasi diciassette anni di sacrifici.
Sul piano politico abbiamo rinnegato le nostre radici culturali per la "rivoluzione liberale" in favore di una visione para-liberale, sostanzialmente corporativa secondo la quale la stabilità viene prima di tutto.
MA QUALE STABILITA'?
Il Ministro dell'Economia ha scritto un bel libro, un successo editoriale, ma vive sulla luna.
La società italiana viaggia su un pentolone in ebollizione che non salta solamente in virtù dell'innalzamento del deficit e quindi del debito.
Se non vogliamo raccontarci favole esistono solo tre ricette: quella autarchica dello stato di polizia tributaria alla sceriffo di Nottingham (Visco per intenderci), la bancarotta argentina o la ricetta thatcheriana-reaganiana, via centri di costo (esternalizzare funzioni come la spesa previdenziale o quella sanitaria), indietro lo Stato (privatizzare il privatizzabile, inserire concorrenza laddove esistono ancora monopoli specie nei comparti economici occupati dalle aziende municipalizzate), giù le tasse, più libertà economiche per spingere la crescita e pagare i debiti. Poi anche le coperture giavazziane vanno bene, ma tertium non datur.
Ma si sa nella battaglia politica va tutto bene, quello che non va bene sono le parole che contraddicono i fatti, in discussione caro Ministrone non è certo il rigore sui conti pubblici, pesantemente compromesso da scelte di facciata e belle parole, bensì la tenuta economica nel breve e medio periodo del Paese, se salta il coperchio al pentolone vattelapesca poi la stabilità.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Se salta il ministrone salta il governone. Se è questo che cercate basta dirlo. Senza ipocrisie. Poi scaricare sul ministrone le responsabilità di 15 anni mi sa di gran bel minestrone, altro che ministrone

Roark ha detto...

Il Ministrone non ha la responsabilità di quindi anni bensì quella di rischiare di compromettere 17 anni di sacrifici (leggi la riduzione del debito pubblico dal 1992 ad oggi) in nome di una supposta stabilità che in realtà serve a pochi altri che la Lega, che mi sta simpatica ma...meglio farla arrabbiare un po' che andare in bancarotta...se poi fa cadere il Governo lo spiegherà agli imprenditori brianzoli che è contraria al taglio dell'IRAP e alla riduzione della pressione fiscale...se ci riesce.

Anonimo ha detto...

Beh vorrei dire che il Ministrone ha la responsabilita' di almeno 4+1.5 anni negli ultimi, o ci dimentichiamo chi era Ministro dal 2001 al 2004?

P.s. Come sono le previsioni del tempo a Roma? Bufera di neve ad personam?

Leogan

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good