martedì 29 dicembre 2009

Iran opposition leader Karroubi attacked


(AFP) – TEHRAN — Mehdi Karroubi, one of Iran's top opposition leaders and a defeated presidential candidate, was attacked upon leaving a mosque in eastern Tehran, his party's website reported Monday.

"Mehdi Karroubi, who was with his family attending a mourning ceremony... in a mosque in eastern Tehran, was attacked by some rogue assailants," his Etemademelli party said on its Sahamnews.org website.

"His vehicle was attacked and the front window was broken, the attackers escaped when people intervened," the website added without elaborating on the time of the incident.

Earlier in the day, Karroubi condemned "despicable violence" during clashes on Sunday between police and opposition protestors.

In a statement carried by Rahesabz opposition website, he accused the government of "dipping its hand in people's blood and unleashing a savage group on the people."

"Defiance and disrespecting the law and people's rights have inflicted irreversible costs for seven months on the country and people," Karroubi said.

On Sunday, police fired teargas and used batons to disperse crowds and according to witnesses and the opposition later resorted to live rounds, marking the bloodiest showdown in months.

State-run English language Press TV put the death toll from the clashes at eight, quoting an official with Iran's Supreme National Security Council. It did not specify where the victims were killed.

Karroubi along with opposition leader Mir Hossien Mousavi did not accept the result of Iran's June 12 presidential election in which President Mahmoud Ahmadinejad was re-elected, branding the outcome as "rigged."

lunedì 28 dicembre 2009

martedì 15 dicembre 2009

Happy Bill of Rights Day



No so in quanti ce ne siamo ricordati ma..:

Oggi è l'anniversario del Bill of Rights! (http://it.wikipedia.org/wiki/Costituzione_degli_Stati_Uniti)
Di certo non è che la cosa faccia il giro del mainstream mediatico ma diventa - per chi lo vuole - un'occasione per ricordarsi delle parole che i Padri Fondatori degli Stati Uniti d'America, per tutti, vollero fossero scolpite sulla pietra: cosa uno Stato e un Governo non dovrebbero MAI fare.
La Dichiarazione dei Diritti si compone dei primi dieci emendamenti della Costituzione americana risalenti ai primi anni di storia del paese a stelle e strisce.
Si parla della necessità di limitare il potere del Governo e furono il risultato delle eccezioni avanzate dagli Stati federati e da alcuni illuminati come Thomas Jefferson, durante la ratifica della Costituzione.

Di questa necessità di limitare il potere del Governo e dello Stato, naturalmente la maggior parte dei Governi - anche quelli democraticamente eletti - deliberatamente se ne infischia come oggi ce ne infischiamo per l'appunto del Bill of Rights.
Vale la pena ricordare che in esso sono contenute le basi del moderno rispetto dell'individuo quale motore di quella cooperazione spontanea che è alla base del successo di qualsiasi organizzazione, statuale, governativa o privata che sia.
Le Costituzioni, come quella degli States, dovrebbero in effetti servire a limitare l'influenza sull'individuo dell'organizzazione che questi acconsente di costituire per tutelare alcuni suoi diritti (lo Stato), diventano invece molto di più, una sorta di Bibbia laica, di guida cavillosa per il cittadino/suddito obbediente. Questo per tanti decenni è stato in larga parte dell'Europa, oggi, con i provvedimenti messi in cantiere dallo Zar di tutti gli Stati Uniti BHO, questa triste declinazione minore del principio di autodeterminazione dei popoli comincia a crescere come l'erba gramigna anche nei gloriosi USA.

Ad Maiora

lunedì 14 dicembre 2009

Primo turno in Cile: una ventata liberale in Sud America?



Nella notte di ieri si è consolidata la sensazione che alle porte delle cancellerie sud americane una nuova stagione stia per bussare.
Anche in Cile la sinistra è stato sconfitta seppure solo al primo turno delle elezioni presidenziali, convocate anche per rinnovare 120 seggi della camera dei deputati e 20 seggi dei 38 senatoriali.
Con circa il 45% dei consensi il sessantenne candidato della destra Sebastian Pinera si accredita come il possibile protagonista della fine della ventennale stagione socialista in Cile.
La Presidenza di Michelle Bachelet, che per la carta costituzionale non può essere rieletta, viene contesa tra Pinera, candidato della nuova destra democratica e Frei, un democristiano di sinistra (...cattocomunista si direbbe da noi...).
La sfida resta aperta, infatti mettendo insieme tutti i candidati opposti a Pinera, dalla estrema sinistra di Jorge Arrata al 6% sino al 18% del trentenne socialista Marco Enriquez Ominami, il 29% raccimolato da Eduardo Frei potrebbe essere sufficiente a lasciare che il seggio presidenziale resti in mano al centrosinistra.
Certo il vantaggio del miliardario imprenditore Pinera, auto prestatosi alla politica per consegnare un destino di sviluppo e di buon governo al proprio Paese, appare importante al punto da permettere un qualche ottimismo.
Frei ha condotto una campagna elettorale ribadendo a gran voce che il suo partito e la coalizione che lo sosterrà (senza meno il socialista Enriquez) non credono nella forza del mercato; Frei è già stato Presidente tra il 1994 e il 2000 e l'anticapitalismo certo non rappresenta una grande novità di offerta politica nel Paese e nell'area, i problemi restano infatti tutti lì sul tavolo. Sviluppo, scolarizzazione, giustizia sociale.
L'elezione di Pinera non potrebbe non avere conseguenze importanti per il Cile e non solo, considerando che sarebbe il primo Presidente di destra dopo la fine della dittatura di Augusto Pinochet.
Ma la sorpresa della tornata elettorale è stata rappresentata certamente da Enriquez che nessuno fino a qualche mese dalle elezioni accreditava e che è invece riuscito a raggiungere quasi il venti per cento dei consensi grazie alla sua capacità nel trasformare le elezioni politiche in una chiamata alla rottura anche generazionale, contro un modo di far politica e di amministrare giudicato arretrato.
Giova ricordare come il Cile sia tra i Paesi più stabili e sviluppati dell'America Latina e un cambiamento di rotta non potrebbe non avere conseguenze sugli equilibri e sulle velleità delle derive social-comuniste di regimi come quello di Chavez o quello dell'appena rieletto Morales, soprattutto ora che i castristi hanno perso la sponda di Zelaya in Honduras.
Certo il centrodestra cileno si trova ad una svolta, per riuscire a superare il secondo turno deve dimostrare di saper condurre una campagna elettorale più competitiva giacché non sarà sufficiente avvantaggiarsi del frazionamento del centrosinistra che al secondo turno ci sarà da aspettarsi si presenti in qualche modo compatto.
La storia recente del Cile consegna a partire dal 1990 (anno in cui con un plebiscito fu destituito dal potere il colonnello) governi di coalizione di centrosinistra e perché anche questa volta non si giunga allo stesso risultato Pinera dovrà far risaltare le contraddizioni di una coalizione di centrosinistra per la prima volta si è presentata al primo turno separata e che solo per opportunismo potrebbe scegliere si apparentarsi al secondo turno regalando al Paese un governo a rischio corto circuito su tanti temi.
Il democristiano Frei e il giovane socialista, infatti, se le sono date di santa ragione ed il secondo ha condotto una battaglia elettorale evidentemente incentrata sull'obiettivo di togliere voti al primo.
Frei ostenta sicurezza ma è innegabile che nel continente a partire dal risultato delle elezioni honduregne, spira un soffio di vento nuovo. Perché da un soffio di vento si giunga ad una ventata vera e propria molto dipenderà dall'esito del secondo turno cileno del 17 gennaio.

martedì 1 dicembre 2009

http://www.tocque-ville.it/LinkEsterno.aspx?id=2691762

http://www.tocque-ville.it/LinkEsterno.aspx?id=2691762

In questo link al blog Watch International il manifesto di Hezbollah per l'anno in corso: straordinari i successi dell'operazione UNIFIL, Nasrallah comunica che il suo gruppo terrorista dispone di nuovo di migliaia di missili per "sotterrare Israele". Cediamo il comando alla Spagna ed andiamocene.