martedì 15 aprile 2008

Joy to the world all you boys and girls


E' un Roark bucolico e vagamente (nel senso leopardiano del termine) ebbro di una gioia primitiva che scrive.

In una sola notte scompare il social-comunismo dal panorama parlamentare italiano, si accende la speranza di una riforma istituzionale seria che consegni ad un paese prostrato istituzioni prestigiose e credibili, la speranza di un Governo che dalle prime battute a caldo del Premier pare volersi accingere a lavorare con volontà "tatcheriana", di un cammino verso il bipartitismo che pare inarrestabile, come la speranza di un cambiamento radicale - questa volta senza se e senza ma - che da anni il paese e il movimento politico culturale liberal-conservatore nato nel '94 aspettano.

Abbracci virtuali a parte, da domani, anzi da Maggio in poi, questo movimento avrà una responsabilità storica quanto il risultato degasperiano che il PDL e il suo Presidente ci hanno regalato: vigilare che le riforme radicali per il compimento di una Repubblica autenticamente democratica e capitalista arrivino in porto e cambino questo cazzo di Paese, restituendolo a quello che è il suo ruolo nel progresso culturale, economico e civile occidentale.

Poi ci sarà (almeno per il Presidente) la storia.

Chi lo sa? Certo a quel punto dovremo aspettarci cose come il passaggio all'ordine del giorno del riconosciuto status di padre nobile della Repubblica al Presidente e forse proprio per mano democratica - con le annesse e connesse interminabili trasmissioni a tarda notte su Rai3 che ci spiegheranno che loro erano sempre stati con il Presidente e ne avevano compreso da subito la volontà riformatrice (Mixer, Report, Primo Piano, la Dandini, ecc. ecc.) ma noi rozzo popolino per qualche oscuro e dietrologico motivo ne complicammo il cammino - magari si discuteranno migliaia di mozioni per costruire monumenti, attribuire nomi a ponti oppure semplicemente cambiare nomi a strade.

Ecco potremmo succedere che prima o poi noi si assista ad una cosa straordinaria, al cambiamento del nome di strade. Alla giustapposizione di enormi biscioni in mezzo alle aiuole dei vari viali dell'Unione Sovietica che ancora costellano la toponomastica italiana. Statue del Gabibbo davanti alle varie confederazioni sindacali.

Ma un Roark profetico e commosso (come Sandro Bondi) vede già il futuro.

Le vie che in tutta Italia sono oggi intitolate a Palmiro Togliatti venire attribuite a Silvio Berlusconi.

Game Over

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