venerdì 27 marzo 2009

Mr President please straight ahead


Ci si prepara alla maratona di parole e speranze che sarà la fondazione del PDL con un sentimento messo lì giù, nella pancia, l'emozione di aver partecipato ciascuno nel proprio piccolo, in questi anni, alla nascita di un partito-aggregatore, liberal-conservatore e questo sì maggioritario, in Italia terra delle estreme non conciliabili, del cattolicesimo e del socialismo irriducibili, un partito che come nelle migliori tradizioni delle democrazie occidentali riesce già a dare voce alle quattro anime "repubblicane": liberista, religiosa, identitaria e quella del pentitismo socialista.

Queste anime sono già attrezzate o si stanno attrezzando a livello di fondazioni, di centri studio, di proposta di informazione e formazione politica-economica-sociale, secondo le modalità che negli Stati Uniti hanno permesso fino all'altro giorno, il surclassamento culturale dei repubblicani ai danni dei democratici.

A peccare in questo processo siamo proprio noi: la galassia di liberali-liberisti-libertari, che con qualche acrimonia ed invidia di troppo, dimostriamo di non riuscire a fare quadrato attorno ad una istituzione o una rivista (centro studi o fondazione che sia), di coagularci in una proposta di nostra visione del Paese dentro il PDL e così stando le cose siamo condannati al minotarismo (e questa non è una novità).

Ma se tanta strada è ancora da compiere (almeno per noi), Roark sente che il sentiero è quello giusto.

Roark è soddisfatto. E' soddisfatto anche dello Statuto del partito e delle modalità di elezione del Presidente, per questa strada sarà possibile selezionare leader in modo democratico ed un futuro post-berlusconiano è forse possibile soprattutto se nel centro-destra si comincerà, in nome del ricambio della classe dirigente e della modernizzazione del Paese a proporre, dopo il Federalismo e le varie politiche di modernizzazione del Paese messe in campo dal Governo, oltre al Presidenzialismo, un'altra battaglia che farebbe scaldare i cuori del popolo del 2 dicembre: le primarie (quelle vere non quelle taroccate) obbligatorie per legge.

Al nostro goldawteriano Presidente la preghiera di tirare dritto come sempre in barba al cesarismo di cui viene accusato dall'Economist (tra l'altro quì non c'è nessuna Roma da prendersi ma un Paese da ricostruire da cima a fondo), ora oltre l'elettorato di centro destra, anche gli altri, ivi compresa la classe dirigente avversaria, cominciano se non a seguirlo, a sforzarsi di capirlo, così facendo forse un giorno torneranno a capire il Paese.

Mr President please straigt ahead!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny