venerdì 6 novembre 2009

La corsa dei gamberi


La tendenza è confermata, nella corsa dei gamberi l'Italia è in testa. O meglio è ultima.
Insomma in retromarcia ci stanno superando in tanti.
Le ultime notizie OCSE confermano come nel dopo Crisi, gli altri Paesi maggiormente industrializzati arretrano e l'Italia resta in testa tra quelli che ricominciamo a crescere.
Certo noi eravamo meno integrati nel sistema finanziario internazionale e il Credit Crunch ci ha solo sfiorato, abbiamo un sistema bancario che regge, un indebitamento privato tra i minori al mondo, risparmio...ma mettiamo i piedi per terra e ricordiamoci che abbiamo poco di più!
Non cresciamo dal 1992 allorché si decise di andare nel senso corretto del risanamento dei conti pubblici ma senza riformare il Bilancio dello Stato nei suoi centri di costo ovvero semplicemente riducendo i consumi e immettendo maggiori risorse da incrementi di tassazione.
Così quando arrivano le tregue fiscali dei Governi di Centrodestra i bilanci peggiorano.
Il fatto è che la missione della Destra italiana era e vorrebbe essere quella di risanare e rilanciare il Paese e ciò - senza voler tornare ai metodi vischiani - può essere fatto in un modo solo: devolevendo centri di costo del Bilancio dello Stato ai privati, tagliando le tasse e dando ai cittadini più libertà economiche, il corollario è lo sviluppo, la crescita.
Ai soloni della GB sta bene e non possono non darci un gusto sottile i professoroni inglesi, sempre tra i più accaniti ad impartirci lezioni, costretti a guardarci dal basso in alto, ma è difficile non essere d'accordo con loro quando sostengono il bisogno imprescindibile di riforme di cui necessitiamo.
Abbiamo il consenso, le idee e le persone per realizzarle. Manca solo la volontà?
Le notizie OCSE serviranno da puntello per il dolce far niente di Tremonti? Avremo perso un'altra grande occasione. Possiamo permettercelo?
Purtroppo, se il buon giorno si vede dal mattino, la resa dei conti Berlusconi/Tremonti sembra aver partorito un bel niente, basti pensare ai Niet in materia di riforma e graduale cancellazione dell'IRAP.
Il Paese resta inchiodato nelle solite pastoie, dando per acquisito un Bilancio dello Stato che non può e non deve essere considerato immutabile dovendo anzi essere sottoposto a revisioni in funzione delle possibilità della ricchezza diffusa nel Paese e dei tempi che questo vive.
Il Welfare spendaccione ed inefficace non è un dato di fatto, il sistema delle municipalizzate e delle utilites non lo è, nè il monopolio nell'erogazione di prestazioni pensionistiche. Al di là delle giavazzate sul recupero delle risorse da una giusta razionalizzazione degli incentivi a pioggia alle imprese, se lo Stato italiano devolvesse a concessionari le parti di spesa che possono a questi essere devolute (pensioni, spesa sanitaria, municipalizzate, ANAS, ecc. ecc. ecc.) si creerebbe e come lo spazio per un taglio serio delle tasse, IRAP e IRPEF incluso.
Non è chiaro in che posizione arriveremmo alla fine della corsa (quinti, sesti, ...) ma questo poco importa perché di certo vi arriveremmo.

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