Stimulus Fail: Unemployment Jumps to 26-Year High
Mentre il leader della CGIL Epifani, sabato scorso lanciava in piazza la sua sfida senza se e senza ma al Governo reo di non aver fatto abbastanza sulla Crisi, venivano diramati i dati a consuntivo delle politiche di stimulus praticate negli Stati Uniti.
Nonostante i Governi obamiano dopo e di Bush prima abbiano acquistato tutti i titoli marci delle compagnie pù disastrate del pianeta dacché si assistette al Credit Crunch scatenatosi a causa dal collasso dei colossi statali deputati alla riassicurazione sui mutui sub-prime (le agenzie di assicurazione Fannie Mae e Freddi Mac), la disoccupazione nel Paese a stelle e strisce sale come non mai da 26 anni a questa parte.
La ripresa invece stenta a decollare per lo meno nei termini percentuali che servirebbero al continente nordamericano e i soldi messi dall'Amministrazione sono svaniti nelle voragini dei bilanci in bancarotta.
Di contro Germania e Italia risultano essere i Paesi per primi usciti dalla Crisi, tecnicamente parlando e sono anche quelli che meno sono intervenuti nell'economia reale: il PIL torna a crescere dopo 5 trimestri negativi.
Consolidandosi detta ripresa l'incremento della discoccupazione verrà riassorbito dal ripristino dei livelli produttivi precedenti.
Certo ci vorrà ancora più di un trimestre ma gli ammortizzatori sociali, anche in Italia, restano all'avanguardia.
Da questa parte delle Alpi restano tutti i problemi di sempre, riforma fiscale, pensioni, giustizia, assetto costituzionale.
Ma con buona pace della CGIL e di un incauto Bersani, per fortuna un problema che non abbiamo è fare i conti con soldi freschi che non avevamo buttati in compagnie fallite.
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