mercoledì 18 novembre 2009

La logica di Sansone



L'uscita del Presidente del Senato Schifani di ieri sera che apriva con chiarezza all'ipotesi di elezioni anticipate, mentre si è alle porte di un voto di fiducia sul DL Ronchi relativo al recepimento di discusse direttive UE circa la privatizzazione dei servizi pubblici locali, ha gettato il mondo politico italiano nel panico.
Nello stomaco della maggioranza comincia a farsi sentire il lato oscuro del prolungato silenzio berlusconiano.
Dell'opposizione è giusto tacere, anche perché in questa vicenda una sola cosa è certa e cioé le barricate che questa farà davanti al Quirinale per evitare elezioni anticipate, il risiko invece è tutto nell'eterna lotta tra il Premier, il suo partito ed ambienti della Magistratura che eufemisticamente possiamo definire come indifferenti al sentimento di carità di Patria.
Si sa infatti che Berlusconi è irato per trovarsi per la prima volta in un cul de sac: ma c'è cul e cul.
E' difficile spiegarlo: il Premier ha un ampia maggioranza composta dal proprio partito e da un unico alleato. Il suo partito è ancora giovane e allo stato embrionale, al suo interno non sono ancora chiari i meccanismi di composizione della linea politica ed in mancanza le minoranze vanno in ordine sparso senza guarentigie. L'unico alleato, la Lega, è da lui ritenuto il più prezioso degli amici anche se è in realtà probabilmente il suo peggiore nemico basti pensare agli altolà che immediatamente alza quando il PDL prova ad imprimere un talgio più politico alla sua azione di Governo (vedi Cota sulla fiducia al DL Ronchi). In più la Lega raccoglie per sé i meriti dei risultati facendo fare al Premier il lavoro sporco, gli ha messo in casa un controllore che ha anche le chiavi della cassaforte e si è autoeletto tutore non si sa bene di che cosa.
Ma fin quì, si dirà, è la democrazia bellezza! Poi però lo showdown. E allora perché?
Non sono le sentenze Mills, né la distruzione scientifica della propria vita privata ad opera degli avversari politici, neanche la condanna ultraventennale multimiliardaria al risarcimento all'Ingegnere, il fatto è un altro.
Il chiaccherato sottosegretario all'economia Nicola Cosentino riceve un ordine di custodia cautelare per concorso esterno in Camorra, in molti si affrettano a dire che deve dimettersi e che non può candidarsi. Berlusconi tace.
Poi trapela la notizia per cui secondo indiscrezioni provenienti da alcune procure siciliane, il Presidente del Consiglio sarebbe prossimo a ricevere un altro avviso di garanzia, questa volta per Mafia (!). Mai silenzio fu più propizio, se Berlusconi avesse spinto per le dimissioni di Cosentino, al ricevimento di quest'altro teorema accusatorio avrebbe dovuto trarne le conseguenze.
Che dire, la cosa puzzicchia di complotto.
Dopo che il Lodo Alfano è stato rigettato Silvio Berlusconi ha tentato in qualche modo di metterci una pezza con una frettolosa ed incompleta riforma della giustizia, oggi tutti, anche parti dell'opposizione, si affannano a parlare di legge costituzionale per il Lodo Alfano, di ripristino dell'immunità (la Lega è contraria), ma il Presidente del Consiglio sembra deciso ad uscire dalle pastoie facendo cadere il Governo in un inciampo parlamentare ed impedendo il conferimento di qualsiasi altro incarico.
In tutto questo, anche dando per scontato come non'è, che si riesca ad andare alle urne e anche dando per scontato come non è, che Berlusconi (e non più il PDL visto e considerato che ne rimarrebbe travolto) riottenga presso a poco gli stessi risultati in termini di seggi parlamentari alle future politiche, in tutto questo, non si riesce a capire in che modo la nuova chiamata elettorale riuscirebbe a sanare il vulnus di Berlusconi con la Magistratura.
Le elezioni non spostano nulla di una virgola i processi e i teoremi pendenti, né un Berlusconi fresco di elezione potrebbe impedire alcunché, i processi e i teoremi andrebbero avanti.
L'unica cosa certa che si otterrebbe è che si porterebbero indietro le lancette della politica nazionale di 15 o forse più anni, che si getterebbe a mare quanto di buono fatto in termini di razionalizzazione del sistema politico, visto che è ben possibile che l'operazione fallisca e che il parlamento italiano si ritrovi in un caos simil fine Prima Repubblica. A quel punto non sarebbe solo finito quello che viene definito il berlusconismo ma anche il bipolarismo, il sogno della modernizzazione della democrazia italiana.
Allora che fare?
Andare avanti con le riforme, mettere alla porta gli ostacoli (leggi i/l Ministr/o) alla realizzazione del programma di Governo, andare ai processi, prendersi il fango e chiudere il mandato. Il giudizio sull'operato di Berlusconi non lo darebbero i Magistrati più o meno in buona fede, ma se per davvero si realizzasse il programma di riforme del Paese promesso a partire dalla famosa discesa in campo, sarebbe la storia a giudicare Berlusconi.
Con il Muoia Sansone Con Tutti I Filistei, invece, il Premier rischia il più clamoroso degli autogol ed una responsabilità questa sì storica davanti al Paese e al suo futuro.

2 commenti:

libertyfighter ha detto...

Quel che però credo è che Berlusconi non voglia continuare a governare direttamente da un'aula di tribunale. Questo significa che porrà la fiducia sul "processo breve" e poi se il governo casca, la responsabilità non sarà sua.

Roark ha detto...

Sarebbe corretto. Solo non si capisce perché non si debba volare più altro stabilendo la separazione delle carriere, la fine della obbligatorietà dell'azione penale e la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura. Scontro per scontro andrei al redde rationem e poi,come dici tu, chi non è d'accordo se ne assumerà la responsabilità.