lunedì 30 novembre 2009

Il voto legittima il golpe di Micheletti



E così alla fine Porfirio Lobo, leader del Partito Nacional, riporta i conservatori honduregni al governo. E' lui il successore di Zelaya, il deposto Presidente che grida ancora alle elezioni farsa. Ma la eco delle sue grida è destinata a scemare con i giorni giacché il dato di affluenza alle urne con cui è stato eletto Lobo (65%) è ben superiore a quello con cui Zelaya stesso fu eletto (52%).
Lo stesso Partito Liberal di Santos, lo stesso partito di Zelaya, ha già durante lo spoglio, nel mentre si susseguivano le proiezioni, accettato di buon grado la sconfitta. Così il clima di guerrgiglia alla fine non è degenerato e Zelaya adesso resta solo e sconfitto dentro l'ambasciata brasiliana a Tegugigalpa.
Non è l'unico però ad esser rimasto solo e sconfitto,perché al fianco dell'ex Presidente deposto restano personaggi ingombranti: Hugo Chavez e le frange più estreme del governo di Rio de Janeiro presieduto da Lula.
Il Caudillo di Caracas ha parlato a caldo alla TV di stato venezuelana manifestandosi nervoso, prendendosela con il Cardinale Urosa e parlando di unità dell'esercito, forse nella malcelata paura che lo schema risultato vincente per eliminare autoritarismo e rischi di dittatura comunista in Honduras, potesse solleticare le velleità di qualcuno in Venezuela.
Lula ed il suo Governo invece, si trovano con uno scomodo ospite e con una scomoda lettura della crisi giacché risulta evidente come al contrario di quanto pensato negli ambienti socialcomunisti brasiliani, la società honduregna è apparsa ansiosa di archiviare la vicenda sueguita ai giorni del golpe del Generale Micheletti proprio attraverso lo strumento principe delle democrazie: il seggio elettorale.
Nonostante le rimostranze di membri dell'ex governo in carica e del "simpatico" duo Chavez-Lula, appoggiato anche dal governo argentino, la legittimità del risultato elettorale adesso potrà essere difficilmente discussa, essa non arriva unicamente dalla presenza di osservatori internazionali, dalla constatazione del successo della consutazione da parte dell'emissario del Parlamento UE, né dall'appoggio degli Stati Uniti, del Costa Rica o del Perù, arriva anche dall'asseverazione di fatto ad opera della Suprema Corte che nei giorni immediatamente precedenti le elezioni aveva negato a Zelaya la possibilità di emendare d'autorità la Costituzione.
Le immagini che sono arrivate nella notte da Tegucigalpa parlano di voglia di democrazia e libertà, pure manifestata da uno dei Paesi tra i più poveri dell'America Latina, è molto difficile intravedere malinconie di sorta.
Adesso spetterà a Lobo, il quale ha già parlato di dialogo nazionale, promettendo di concentrarsi su sviluppo e lotta alla disoccupazione. Una lotta titanica per l'Honduras, ma il piccolo Paese sud americano una prima importante vittoria l'ha già ottenuta: resterà ancora per un po' uno Stato democratico e con buona pace di vicini interessati.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

quindi anche hamas è legittimata nella sua azione?

io credo che un golpe contro un regime democratico non può essere legittimato da un voto successivo. da oggi in honduras la costituzione è carta straccia... nei prossimi decenni vedremo le conseguanze. la credibilità internazionale dell'occidente è minata proprio da queste contraddizioni, finche ci saranno due pesi e due misure non otteremmo risultati significativi.
o si rispettano tutti i governi eletti, anche se contrari alla nostra ideologia o ci saranno infiniti afghanistan e iraq. Lor

Roark ha detto...

Lor, astrattamente io sono d'accordo con te, la democrazia è una cosa seria e non può essere posta sotto garanzia di giunte golpiste. Il punto è che in diverse realtà sud americane non esiste l'equilibrio dei poteri delle democrazie occidentali, non esiste o quasi - ad esempio - la capacità di interposizione della magistratura, così l'esercito ciclicamente si trova a recitare più o meno in mala fede, il ruolo di difensore della Costituzione, il paradosso infatti è che quì chi ha reso la carta costituzionale "carta straccia" lo ha fatto proprio in difesa di questa sulla base di rumors più o meno accreditati di una svolta chavista anche in Honduras. La notizia è che il popolo honduregno sembra aver gradito.

Anonimo ha detto...

sono daccordo con te anche se onestamente ritengo piu affidabili le prime elezioni (quelle vinte dai sandinisti) al di là delle percentuali a volte fuorvianti (non dico necessariamente in questo caso, non sono molto informato sul tema).
Le ritengo piu affidabili perchè non inquinate dalla tensione sociale e da tutti i risvolti procurati dal golpe.

Credo che il punto cardine sia questo: il golpe è un atto sostanzialmente violento, cosi come hamas è sostanzialmente osteggiata per la sua risaputa violenza. Tendo sempre ad astrarre quando ragiono, forse sbaglio proprio nel porre tutto sullo stesso piano ma credo che ogni valutazione di parte, possa innescare un meccanismo perverso di estrema relativizzazione.
cioè chi stabilisce cosa è meglio e peggio, cosa è legittimo o no?

Anonimo ha detto...

Zelaya isolato? La maggior parte dei paesi latino-americani non ha riconosciuto la validità delle elezioni...ad essere isolato è il governo di Lobo

Roark ha detto...

Golden, mi riferivo alla sua posizione all'interno del Paese: lo stesso suo partito, il partito liberal, ha riconosciuto serebamente la validità delle elezioni, la verità è che a parte i "seguidores" in pochi in Honduras condividevano la vicinanza troppo stretta con Chavez, paventando una deriva autoritaria come quella che affligge il Venezuela.